Nell’aspetto e nella parabola della loro vita, infatti, più che in ogni altro elemento della natura, è racchiuso il senso della compitazione temporale; specialmente, sulle pagine stropicciate delle foglie autunnali stanno impressi i naturali codici di questa misura, manifestati a chiare e belle tinte.
La loro caducità induce l’essere umano a malinconiche riflessioni, suscitando nel suo animo un forte sentimento di transitorietà, generato dalla consapevolezza del tempo che scorre, spesso, accompagnato da un senso d’acuta e malinconica inadeguatezza.
A questa riflessione s’aggiunge, anche, la sensazione forte della corruzione, quella acre dell’abbandono e, infine, quella remissiva della morte.
Penso che la composizione in fotografia sia molto simile al ritmo in musica. Se si dispone di grande ritmo si ha anche un grande senso della composizione.
La composizione è un’eredità classica. Cioè, come le cose si collocano nell’ambiente, il loro posto e la loro grandezza, le relazioni tra gli oggetti e le persone, tra il fotografo e il suo soggetto, questi sono tutti elementi di un sentire classico.