Parafrasando, nel titolo, il famoso romanzo di Jules Verne e ricalcandone, seppure vagamente, lo spirito d’avventura ed il desiderio di conoscenza, questo “Viaggio intorno al fiore” è il resoconto d’un cammino di ricerca intrapreso dentro l’inesplorata foresta del nostro inconscio.
L’elementare linguaggio del colore costituisce, assieme a quello della forma, la chiave attraverso la quale interpretare le spinte emotive che hanno sollecitato l’autore alla ripresa delle immagini, dettandone l’itinerario. Simile all’insetto che, di fiore in fiore, va alla ricerca del nettare essenziale per la sua sopravvivenza, così l’autore s’è avventurato alla scoperta d’un mondo nel quale stava riflessa l’essenza della propria psiche.
Penso che la composizione in fotografia sia molto simile al ritmo in musica. Se si dispone di grande ritmo si ha anche un grande senso della composizione.
La composizione è un’eredità classica. Cioè, come le cose si collocano nell’ambiente, il loro posto e la loro grandezza, le relazioni tra gli oggetti e le persone, tra il fotografo e il suo soggetto, questi sono tutti elementi di un sentire classico.