Il Mercato delle Gaite trae ispirazione dall'antica divisione di Bevagna (PG) in quattro quartieri denominati Gaite su cui si basava l'organizzazione amministrativa della città in epoca medievale.
Lo scopo della manifestazione è quello di ricostruire con la maggiore attinenza storica e dovizia di particolari la vita quotidiana degli abitanti di Bevagna nel periodo compreso tra il 1250 e 1350.
A tal scopo, fin dal 1983 un gruppo di studiosi esamina accuratamente lo Statuto cinquecentesco del Comune di Bevagna da cui sono tratte le informazioni necessarie alla ricostruzione storica della vita politica, amministrativa, economica e sociale. Per dieci giorni, quindi, alla fine di giugno Bevagna fa un tuffo, in questo remoto passato: le antiche botteghe dei mestieri medievali riaprono i loro battenti e riprendono le attività e le strade si popolano di bevanati che in abiti d'epoca vivono la quotidianità dei loro avi mangiando, lavorando, giocando proprio come loro.
Oggi come allora la città si divide in quattro gaite, ma oggi ognuna rivaleggia con le altre nel tentativo di dare un interpretazione storicamente fedele del ruolo che rivestiva nel medioevo. Lo spirito di competizione è alla base della animata manifestazione e si concretizza nella partecipazione a quattro gare: gara del mercato, gara dei mestieri gara gastronomica, gara sportiva di tiro con l'arco. Con un complesso sistema a punti, assegnati da professori esperti nei diversi campi e chiamati a giudicare la attinenza storica, l'ultimo giorno della manifestazione si decreta il vincitore che riceve in dono il palio della vittoria.
Il forte spirito di appartenenza alla propria gaita rende le competizioni molto interessanti e stimola un contunuo miglioramento delle proposte delle gaite nei vari settori con evidente vantaggio delle qualità generale della manifestazione Il Mercato delle Gaite è oggi annoverato tra le più importanti manifestazioni storiche dell'umbria e fa parte della Associazione Regionale Manifestazioni Storiche
Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più ripetersi esistenzialmente.